Amon Düül II

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Amon Düül II

 
Atmosfere esoteriche e percussioni tribali, suoni da incubo e visioni lisergiche dagli inferi più profondi del rock. Tutto questo convive nella musica degli Amon Düül II, la formazione più “oscura” dell’avanguardia tedesca a cavallo tra i Sessanta e i Settanta. Il nucleo originario della band si forma a Monaco, in una comune anarchico-freak parte del movimento internazionale contro la guerra, dove, tra amore libero e droghe psichedeliche, si organizzano sessioni di registrazione di free-rock.

    Nella formazione, originariamente chiamata solo Amon Düül  ed alquanto precaria, si opera presto una scissione: da una parte gli Amon Düül I, con i fratelli Leopold (Peter e Ulrich) e Rainer Bauer; dall’altra gli Amon Düül II, con Chris Karrer, John Weinzierl, Falk Rogner e la cantante Renate Knaup-Krotenschwanz.

      Ma presto gli Amon Düül II prendono il sopravvento sui “cugini”, in virtù di sonorità più complesse ed elaborate. Weinzierl e soci si affermano come portabandiera di quel kraut-rock che esplode in Germania con gruppi come Can, Tangerine Dream, Ash Ra Tempel. Propongono dapprima una libera forma di psichedelia e uno stile eclettico, nel quale si mescolano rumorosamente sonorità acustiche, orientaleggianti ed elettroniche. Ma presto il loro sound si fa più complesso, dando vita a una sorta di “opera rock” pagana e naif che impone la band all’attenzione internazionale.

        È una formazione molto numerosa quella che dà via al primo disco targato Amon Düül II, Phallus Dei. L’opera contiene quattro brani, più la lunga title track finale di 20 minuti. La title track è una sorta di “nirvana acido”, raggiunto attraverso un’orgia sonora vicina a quelle dei Velvet Underground. Gli strumenti suonano scoordinati e dissonanti, primo tra tutti il violino (lo strumento del diavolo), che insieme ad organo e cori sembra quasi condurre in un ideale viaggio nel girone dei dannati. Diventerà presto uno dei dischi cult di tutto il filone kraut-rock tedesco!

          Il successivo Yeti riprende questo curioso esperimento, combinando citazioni di Frank Zappa ed elettronica “povera”, sonorità orientali e psichedelia. Dance of the Lemmings (1971) accentua ulteriormente la dimensione “lisergica”: chitarre filtrate più o meno duramente, percussioni etniche e sperimentalismi elettronici. Tutto è fatto per spingere l’ascoltatore ad una esplorazione psichedelica che lo porta in spazi lontani, inconsapevolmente. Un po’ come i Popol Vuh che – come in una comune – hanno condiviso con i Düül II alcuni musicisti. Hanno inciso oltre 20 dischi durante la loro storia lunga e tormentata.

            Dal 2001 la band si è riunita per tenere una serie di concerti in Europa e negli Stati Uniti. Nel frattempo, la musica degli Amon Düül II è diventata seme fertile per una moltitudine di band dedite alla riscoperta del “kraut-rock”, dagli Stereolab ai Tortoise, da Julian Cope ai Mouse on Mars. Ma si può dire che la natura oscura e “luciferina” del loro sound abbia influenzato in qualche modo anche il movimento del gothic-rock.

            • Jan Kahlert – percussions, drums
            • Chris Kareer – guitar, violin, oud
            • Renate Knaupp-Krotenschwanz - vocals
            • Ulli “FLIST” Linzen – percussions
            • Daniel Fichelscher - drums
            • Dario – bass
            • John Weinzierl – guitar, synth

             

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